Blaise Pascal

clip_image001di SORCE MARIA ANTONELLA
1^ B  del corso di Economia, Finanza e Marketing

Nato a Clermont-Ferrant, nell’Auvergne, Pascal perse la madre all’età di tre anni. Il giovane Blaise si rivelò assai precoce nello studio e nella comprensione della matematica della fisica.

Dal 1639 al 1647 fu a Rouen, dove suo padre aveva avuto un incarico da parte del cardinale Richelieu.

Qui, nel 1640, Blaise Pascal compose la sua prima opera scientifica ‘’Sulle sezioni coniche’’ basata sul lavoro di Desargues, e nel 1644 costruì la sua prima macchina calcolatrice.

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Costruì la Pascalina, una macchina che permette di addizionare e sottrarre tenendo conto del riporto.

Inoltre, diede il suo notevole contributo nello studio dei fluidi (idrodinamica e idrostatica); in particolare s’incentrò sul principio di fluido idraulico.

Le sue invenzioni comprendono la pressa idraulica (che usa la pressione per moltiplicare la forza) e la siringa.

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Pascal chiarificò anche concetti quali “pressione” cioè il rapporto tra la forza applicata su una superficie e l’area della superficie clip_image011 (la cui unità di misura porta il suo nome) e “vuoto”: riguardo alla pressione, formulò il cosiddetto principio di Pascal, ovvero il principio secondo il quale la pressione esercitata in un punto qualunque di un liquido incomprimibile, si trasmette inalterata in tutti gli altri punti di tale liquido.

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Fece inoltre delle brillanti considerazioni sulla teoria della probabilità cui, Pascal si riferiva ad essa come a numeri nell’intervallo da 0 a 1, assegnati ad ‘’eventi’’ la cui ricorrenza è casuale.

All’età di sedici anni elaborò anche un trattato sulle sezioni coniche. Nel 1654, spinto dall’interesse di un amico in problemi legati alle scommesse, avviò una corrispondenza con Fermat e stese un piccolo saggio sulle probabilità.

Nel 1650, a causa della sua salute cagionevole, Pascal lasciò temporaneamente lo studio della matematica.

Nel 1653, quando la salute migliorò, scrisse il Traité du triangle arithmétique, del quale descrisse il triangolo aritmetico,

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una disposizione geometrica a forma di triangolo dei coefficienti binominali ossia dei coefficienti dello sviluppo del binomio (a+b) nelevato ad una qualsiasi potenza n.

In ciascuna riga si può osservare che gli elementi di questa costruzione si ottengono come somma di due elementi adiacenti della riga precedente.

A seguito di un incidente avvenuto nel 1654 sul ponte di Neuilly, nel quale i cavalli finirono oltre il parapetto ma la carrozza si salvò miracolosamente, Pascal abbandonò definitivamente lo studio della matematica e della fisica per dedicarsi alla filosofia e alla teologia.

Un altro suo importante apporto alla matematica è il Teorema di Pascal, che è uno dei teoremi-base della teoria delle coniche.

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Premesso che sei punti ordinati A1, A2, A3, A4, A5, A6 di una conica individuano un esagono inscritto in essa, il teorema di Pascal fornisce una condizione grafica caratteristica affinché un dato esagono sia inscrivibile in una conica.

Poiché una conica è individuata da 5 suoi punti, tale teorema fornisce una condizione affinché un sesto vertice dell’esagono appartenga alla conica individuata dagli altri 5 vertici di tale poligono.

La condizione è la seguente: siano A1, A2, A3, A4, A5, A6 sei punti dati ordinatamente nel piano e siano B1, B2, B3 i punti comuni, rispettivamente, alle rette A1-A2 e A4-A5, alle rette A2-A3 e A5-A6, alle rette A3-A4 e A6-A1; i sei punti appartengono ad una conica se, e soltanto se, i tre punti B1, B2, B3 appartengono ad una retta, che è chiamata retta di Pascal.

Secondo alcuni studiosi, Pascal aveva in mente di scrivere un’immensa opera in cui riversare tutto il suo genio, una Apologiadel Cristianesimo di cui, a suo dire, chiunque l’avesse letta per intero avrebbe dovuto infine confessare la sua fede o ammettere la sua completa follia.

Secondo altri, invece, il progetto di una grande opera non fu mai nelle intenzioni di Pascal.

Di questo ambizioso progetto, incompleto a causa della sua morte prematura a soli trentanove anni, restano in realtà dei frammenti sparsi, intitolati Pensieri (in francese, Les pensées), pubblicati postumi, nel 1670.

Pascal aveva l’abitudine, quando aveva un qualche progetto, di elaborare e revisionare le frasi e i vari capitoli tenendo tutto a mente, avendo una memoria prodigiosa, e di scriverli su carta solo quando fosse convinto della loro forma definitiva. Perciò iniziò a scrivere i Pensieri, almeno come appunti sparsi, solo quando capì che la malattia non gli avrebbe permesso di portare a compimento l’opera.

Alcuni di essi furono scritti (dai suoi familiari ed amici fidati) sotto sua dettatura, perché alla fine non era più nemmeno in grado di scrivere.

La filosofia di Pascal ha come centro la profonda analisi della condizione umana, in rapporto alla verità divina rivelata dal Cristo.

Fra i numerosi “pensieri” di Pascal, concludo questa ricerca riportando uno di essi:

« […] Noi navighiamo in un vasto mare, sempre incerti e instabili, sballottati da un capo all’altro. Qualunque scoglio, a cui pensiamo di attaccarci e restar saldi, vien meno e ci abbandona e, se l’inseguiamo, sguscia alla nostra presa, ci scivola di mano e fugge in una fuga eterna. Per noi nulla si ferma. […] »

Fonti utilizzate:

– wikipedia

– enciclopedia  Mondadori

– enciclopedia su computer Enkarta

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