Un cilindro per l’invisibilità (magnetica)

I progressi nel campo della ricerca sul “mantello” o schermo per l’invisibilità sembrano non conoscere soste: l’ultimo risultato in termini di tempo è pubblicato ora sulla rivista “Science” a firma di Fedor Gömöry, dell’Istituto di ingegneria elettronica dell’Accademia delle scienze slovacca e colleghi del Dipartimento di fisica dell’Universitat Autònoma de Barcelona.
Gli studiosi annunciano di aver superato molte delle limitazioni dei progetti finora realizzati, dimostrando, sulla base delle equazioni di Maxwell per l’elettromagnetismo, che un cilindro a doppio strato superconduttore/ferromagnetico può rappresentare un mantello per l’invisibilità rispetto ai campi magnetici statici.
Finora, la scienza dei dispositivi per l’invisibilità è rimasta in gran parte nell’ambito teorico, e i dispositivi effettivamente realizzati richiedono valori di permeabilità magnetica e permittività elettrica del materiale estremi (con parametri anisotropi e spazialmente non omogenei). Altre problematiche fondamentali riguardano per esempio le velocità di fase superluminali e l’efficacia su bande elettromagnetiche estremamente strette.
Gömöry e colleghi hanno concentrato il loro progetto su uno schermo per l’invisibilità ai campi magnetici prodotti da corrente continua. Com’è noto, questi campi magnetici, generati da un magnete permanente o da una bobina in cui scorre una corrente continua, sono statici, contrariamente al caso dei campi in corrente alternata, che sono variabili. Si tratta di campi di notevole utilità pratica, perché sono utilizzati per produrre dispositivi per l’imaging in risonanza magnetica sfruttati in molti sistemi di sicurezza, come quelli degli aeroporti per esempio.

Il materiale ferromagnetico attrae le linee di campo magnetico (a sinistra) mentre il materiale superconduttore le respinge (al centro). Un corpo posto all’interno del cilindo non sarebbe rivelabile mediante un campo magnetico.

Il dispositivo messo a punto dai ricercatori consiste in un cilindro con due strati concentrici: quello più interno è realizzato con un materiale superconduttore che respinge i campi magnetici, mentre quello più esterno è costituito da un materiale ferromagnetico che li attrae. Quando è posto in un campo magnetico, il dispositivo non perturba le linee di campo e non crea né un’ombra né una riflessione.
La presenza di un oggetto all’interno del cilindro, non potrebbe essere rilevata. Un aspetto particolarmente importante su cui insistono gli autori è che il dispositivo è realizzato con materiali già disponibili sul mercato e opera con campi magnetici relativamente intensi e con azoto liquido a temperature relativamente alte. Ciò faciliterebbe la diretta applicazione dei principi stabiliti dalla ricerca in un apparecchio di utilità pratica.

Fonte: lescienze.it

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