L’elettrostatica fino a Coulomb

L’ELETTROSTATICA FINO A COULOMB

di Giuseppe Frangiamore con la collaborazione di Vittorio Territo

La parte della fisica che studia i fenomeni dovuti alle cariche elettriche in quiete si chiama: elettrostatica. Nella seconda metà del cinquecento l’inglese William Gilbert scopri che il vetro, la resina e lo zolfo erano sostanze chiamate dielettrici o isolanti. Benjamin Franklin denominò l’elettricità negativa e quella positiva. Ricordiamo che cariche dello stesso segno si respingono e cariche di segno opposto si attraggono. Per esempio quando si elettrizza una bacchetta per strofinio, un’uguale quantità di carica elettrica di segno opposto si forma sul panno usato per strofinare la bacchetta di vetro inizialmente contenuta una uguale quantità di carica positiva e negativa,tanto da risultare neutra. Mediante lo strofinio parte della carica negativa contenuta nella bacchetta viene sottratta dal panno,depositandosi su di esso.

La quantità totale di carica elettrica contenuta sulla bacchetta e sul panno non cambia; Watson e Franklin chiamarono questo fenomeno principio di conservazione della carica elettrica.

I primi studi sulle forze agenti tra corpi elettrizzati si devono a Coulomb, il quale nella sua legge esprime l’intensità della forza elettrica agente tra due cariche puntiformi. La forza di Coulomb è espressa dalla seguente relazione:

Dove F è la forza elettrica che agisce tra i due corpi che hanno carica rispettivamente q1 e q2, d la loro distanza e k è un fattore di proporzionalità che viene detto costante di Coulomb (pari a 9.109 Nm2/C2).

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